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BARBIERI OLINDA (1903-2002)

BARISANI ANGELO (1918-2010)
Durante gli anni di guerra parte dei quali trascorsi in Albania, riuscì a studiare in maniera indipendente fino a raggiungere il diploma che gli consentì il titolo di naestro elementare. Trasferitosi a Mezzano fu uno dei maestri della scuola elementare per numerosi anni.
La sua attività oltre alla didattica si è rivolta alla realizzazione di materiale didattico, e molte piccole opere in terracotta.
Ha scritto un libro su Mezzano dal titolo: "Mezzano, paese nato dal fiume" e ha collaborato alla stesura di molti altri libri e ricerche d'archivio per altri autori.
Una volta ritiratosi dal lavoro ha intrapreso lo studio dell'Esperanto (la lingua internazionale) raggiungendo il III livello (maestro) e dedica molta parte del suo tempo all'aggiornamento e all'insegnamento di questa lingua diffusa su tutto il globo. Ha lasciato molte delle sue memorie in un secondo libro, scritto poco prima dela morte con il sostegno dei suoi amici, dal titolo "Quasi un isolotto esperantista a Mezzano, memorie di un nonagenario".

BROCCHI MARIA (1905-2004)

CICERONI SESTO
Raffinato collezionista e cultore d'arte ravennate.

GALASSI ALDO (1900-1981)

GATTA RUDY (1978-    )
Professionalmente legato alle cooperative e servizi, svolge attività politica essendo segretario dei DS di Mezzano e consigliere comunale dapprima col sindaco Mercatali e poi con Matteucci.

GHETTI ANTONIA (1904-2003)

LIPPI OMERO (1956-    )
Di professione Coltivatore Diretto.
Presidente di circoscrizione per numerosi anni della frazione di Mezzano.

MALFANTI EZIA (1960-    )
Svolge attività di insegnante nelle scuole medie di Mezzano. Si impegna attivamente sul lavoro e nella vita del paese partecipando attivamente all'attività del comitato alla variante della s.s.16.

MAZZOTTI GIUSEPPINA (1905-2007)

NEDIANI TOMMASO (1871-1934)
Ecclesiastico romagnolo nato a Mezzano di Ravenna. Fu di fibra forte e robusta. Studiò presso il Seminario di Forlì.
Fu scrittore di numerose opere di interesse religioso e artistico e anche di un manoscritto politico nel 1928 intitolato "La Romagna e il suo grande figlio, l'aspra giovinezza del duce".
L'unica parente appare Luisa Nediani Bertini.

NIGRISOLI dott. BARTOLO (1858-1948)
(articolo di Angelo Barisani)
Una persona di grande rilievo, nata e vissuta a lungo a Mezzano, fu Bartolo Nigrisoli. I suoi avi erano ferraresi. Qualcuno si trasferì in Romagna, uno si fermò nel non lontano paese di Sant'Alberto, come medico, la cui condotta si estendeva fino a Mezzano. Tradizionalmente, i maschi diventavano medici o farmacisti. Nel 1839, anno della disastrosa rotta del fiume Lamone ad Ammonite, un chilometro a monte del nostro paese, il nonno Pietro, dalla zona di S. Michele, ebbe la condotta di Mezzano e Savarna, staccata da quella di Sant'Alberto una quindicina di anni prima. Nella sua casa, sita in via Reale, zona Glorie, oggi col numero civico 333, risiedeva anche il figlio Carlo, farmacista, dal quale poi nacque, il 18 dicembre 1858, il primogenito, quel Bartolo, che fu seguito da altri tre fratelli e una sorella.
Le prime classi elementari le frequentò qui in paese e a 8 anni lo condussero a Sant'Alberto, presso lo zio Domenico il quale, medico, vi aveva la condotta. Coi fratelli studiò a Ravenna e a Parma, tornò a Mezzano e, da solo, continuò a Ravenna. Diventato amico di Luigi Rava, il futuro ministro e imparentato con Olindo Guerrino, che con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti produsse molte poesie in dialetto, oltre agli studi, leggeva sempre di tutto. A Bologna, entrato alla facoltà di medicina, frequentava la clinica medica del grande Murri e quella chirurgica del Loreta, completando brillantemente il corso universitario nel 1883. Da quel momento si muoveva con estrema rapidità e coraggio. Curò i colerosi a Torino, tornò a Bologna, corse nell'aretino, divenendo direttore chirurgico all'ospedale di Castiglione Fiorentino. Nel 1890 vinse il concorso al posto di chirurgo nell'ospedale di Ravenna. Offriva la sua opera gratuitamente ai bisognosi e ai poveri, allestendo con mezzi personali una sala operatoria. Pur senza un laboratorio e privo di attrezzature diagnostiche, in breve tempo si acquistò la stima dei colleghi e la fiducia dei cittadini, riuscendo ad ottenere una forte riduzione delle morti per operazioni chirurgiche. Il segreto consisteva soprattutto nel suo amore per il prossimo e in una sua formidabile capacità di emettere diagnosi di grande esattezza, col solo ausilio della sua avvedutezza, della sua intelligenza e della sua eccezionale preparazione specifica. Restò sempre legato a Ravenna, anche quando, richiesto da tutte le parti, finì con lo scegliere prima il posto di aiuto del prof. Poggi, sostituendolo poi in un corso di lezioni nella clinica chirurgica dell'università, rimanendovi dal 1903 al 1915. Nella sanità militare raggiunse il grado di colonnello ma, a fine conflitto, preferì ritirare la croce di guerra e un attestato della C.R.I. . Per il grande amore alla libertà e dopo la rinuncia di un posto al senato, nel 1931 rifiutò di firmare il giuramento di fedeltà al fascismo, il quale si vendicò esonerandolo da ogni incarico ufficiale.
Liberato in tal modo da impegni pubblici, continuò a operare nella sua casa di cura, a Bologna, fino all'inizio del 1941, a oltre 82 anni di età. Negli ultimi anni della guerra, a periodi, ritornava nella sua vecchia casa di via Reale.
I paesani lo salutavano, ma egli rispondeva con poche parole e un gesto sconsolato: la vecchiaia e la vista assai indebolita lo privavano delle ultime soddisfazioni, di compiere una sia pur minima attività in favore del prossimo. Chiuse i suoi giorni a Bologna il 6 novembre del 1948.
Nel cimitero di Sant'Alberto riposano le sue ceneri.

PASCOLI MARINO (1923-1948)

RANUZZI PAOLO (1850-1949)

SALVAGIANI RODOLFO (1897-1979)
Nato a Mezzano di Ravenna nel 1897 da padre artigiano e madre bracciante, conobbe la dura fatica del vivere proletario attraverso i sudori e i sacrifici della famiglia; ma conobbe anche la irriducibile volontà di quel mondo verso traguardi di riscatto.
I tribolati risparmi dei genitori gli consentirono di conseguire i gradi alti della istruzione; ottenne il diploma di ragioniere. Ma subito fu la guerra.
Ammesso alla Accademia militare di Modena, raggiunse, al termine del corso, il fronte di combattimento col grado di sottotenente del corpo dei Bersaglieri.
Fu decorato. Cadde in prigionia ove restò fino al termine del conflitto.
Congedato, entrò subito nel movimento cooperativo di cui divenne un dirigente riconosciuto; fu collaboratore diretto di Nullo Baldini, diresse a lungo la Federazione delle Cooperative di Ravenna.
Nel primo dopoguerra aveva aderito alla Gioventù socialista, con la frazione terzainternazionalista partecipò nel '21 a Livorno alla fondazione del Partito" Comunista d'Italia".
Subì la persecuzione fascista, venne ferito gravemente a Lugo nel corso di un assalto squadrista nel quale trovò la morte il giovane Acquacalda. Restò antifascista. Prese parte alla Resistenza.
Nella riconquistata vita democratica fece parte del gruppo dirigente della Federazione di Ravenna del P.C.I. Ebbe mandati politici e istituzionali di rilievo : Consigliere Comunale di Ravenna, Assessore della Amministrazione Provinciale, Presidente dell'Ospedale Civile, Senatore della Repubblica.
È morto a Ravenna nel luglio del 1979.

TAMBURINI PIETRO (vivente)
Terminata l'attività professionale a cui si era dedicato per molti anni si è dedicato alla fotografia, concentrandosi sugli aspetti paesaggistici e naturali.
Nel 1995 ha esposto presso la Saletta della Delegazione di Mezzano la mostra dal titolo "Impressioni di un fotoamatore", Nel 1997 alcune sue fotografie sono pubblicate nel libro "Le porte del Sole" edito dalla casa editrice ravennate Anastasis.
Si è poi direzinato verso la fotografia in bianco e nero con l'aiuto dell'amico e prodfessore Marcello Bagnari.
Nel 2002 ha esposto stampe in bianco e nero su fogli di cotone presso la Biblioteca "Olindo Guerrini" di Sant'Alberto in una mostra dal titolo "Nature Morte". Ultimamente la sua attenzione si è rivolta ad alcuni aspetti del territorio Romagnolo registrandone le trasformazioni urbanistiche e documentando alcuni aspetti dpeculiari dei luoghi attraverso la sua personale visione.

TARLAZZI don ANTONIO (1802-1888)
(articolo di Angelo Barisani)
Un importante personaggio per le sue eccezionali doti allo studio e per gli alti traguardi raggiunti, è il canonico Antonio Tarlazzi. Nato a Mezzano il 5 marzo del 1802, dal padre Luigi e dalla madre Domenica Vicari fu presentato subito al parroco don Giovanni Battista Bonarelli per il battesimo; il padrino fu Giovanni Fuschini di Piangipane. Entrato in giovane età nel seminario di Ravenna, in breve, per la sua acuta intelligenza, fu notato dai superiori che seppero avvalersi anche della sua preziosa operosità. Appena sacerdote, ebbe responsabilità direttive nelle scuole elementari del comune. Canonico del Duomo e prefetto dell'archivio metropolitano, poté rivedere, studiare e catalogare quella miniera di preziose reliquie, dai cui appunti ottenne il primo libro dal titolo "Statuti antichi di Ravenna", sulle diverse legislazioni e storie sacre e profane. Scrisse ancora "Memorie sacre di Ravenna", grosso volume che tratta dei ravennati più rappresentativi e degli arcivescovi, descrivendo mirabilmente le splendide chiese della città. Ormai sulla settantina, gli fu pubblicata un colta trattazione, intitolata "Riscontri critici tra la cronaca di fra Salimbene e gli storici di Ravenna intorno alla decadenza della famiglia Traversari". Produsse infine un prezioso codice diplomatico, modestamente intitolato "Appendice ai monumenti ravennati del conte Marco Fantuzzi", 4 volumi di grande formato che furono dati alle stampe fra il 1869 e il 1885, quasi a suggello di una vita attivamente spesa nello studio e a beneficio del prossimo. Per l'accurato complesso delle sue opere, ricevette in premio l'ordine della Corona d'Italia. Sua spiccata caratteristica rimase sempre la sua semplicità nell'esporre avvenimenti complessi, come pure la grande disponibilità e gentilezza, superate solo dalla mitezza verso tutti, compresi coloro i quali non concordavano sulle sue interpretazioni. Mantenne rapporti di amicizia e corrispondenza con Filippo Mordani impegnato uomo di scuola, gli storici fratelli Landoni, il celebre Henzen cancelliere dell'ambasciata germanica, lo storico Cesare Cantù, il direttore d'orchestra Angelo Mariani, lo statista e medico Luigi Carlo Farini, lo storico e archeologo tedesco Teodoro Momsen e altri. Ancora nel dicembre 1887, a 85 anni compiuti, collaborò, a nome del comune e della provincia, alla grande mostra emiliana di Bologna, preferendo, anziché sedersi, donare la sua residua attività, modesto e sereno, fra le numerose attestazioni di stima. La vita di questo onorato vegliardo, nostro concittadino, si chiuse verso le ore 17,30 del 21 febbraio 1888, fra il generale compianto. Il necrologio del 23 febbraio 1888 così concludeva: "Senza venir manco agli obblighi del suo stato, fu tollerante d'ogni opinione, non rifuggì dal civil consorzio, onorò la virtù e la dottrina ov'unque trovolle, compatì l'ignoranza; e per ciò lo amarono e lo riverirono tutti".

storia e geografia
Storia del paese

Il fiume Lamone
Bacini ex-zuccherificio

La famiglia Nigrisoli
La famiglia Rasponi

Mezzanesi illustri
Mezzanesi longevi
Cav. di Vittorio Veneto

Bibliografia